Sono oramai quasi cinque anni che è stata lanciata, nel comune di Frosinone, l’iniziativa della raccolta differenziata porta a porta.
Dapprima è stato interessata la sola zona del centro storico, quindi, l’iniziativa è stata estesa ad altri quartieri tra cui i Cavoni, Corso Lazio e altre strade.
La sensazione è che, in questi, anni anziché registrare un aumento esponenziale dei rifiuti raccolti in modo intelligente i dati sulla percentuale di differenziata separata a monte, cioè al cassonetto e non al centro di raccolta rifiuti siano stati frenati o comunque abbiano arrestato il tasso di crescita.
Una frenata preoccupante perché, oltre ad essere lontani dagli obiettivi imposti dall’Ue, il rischio è sempre quello di dover pagare di più un servizio che i cittadini potrebbero tranquillamente pagare di meno.
Ma perché in questo lasso di tempo la differenziata non cresce più ai ritmi sperati?
Forse la pressione, la spinta e le attenzioni di questa amministrazione si sono inspiegabilmente arrestate.
Nonostante poi l’organizzazione lodevole della raccolta degli ingombranti chiediamo che fine abbia fatto la realizzazione dell’isola ecologica. Da tempo nessuno ne parla più ed invece la realizzazione di questo spazio attrezzato per far depositare rifiuti di ogni categoria, avrebbe rappresentato un sicuro servizio per i cittadini e avrebbe contribuito a mantenere pulita la città visto che, spesso, in qualche angolo semi nascosto del Capoluogo sbucano delle vere e proprie mini discariche. L’isola ecologica, se opportunamente attrezzata, con bilance in grado di misurare i quantitativi di rifiuti separati in maniera intelligente, avrebbe portato ad incrementare la differenziata ma anche a far risparmiare i cittadini sulla Tarsu.
Anche su queste politiche ambientali la sensazione è di un immobilismo evidente da parte di un’Amministrazione che proprio non riesce a fornire quei servizi ritenuti idonei ed essenziali ad una Città Capoluogo.