Lotta all’evasione fiscale: protocollo d’intesa tra Comune e Agenzia delle Entrate. Mastrangeli: “Accordo innovativo”

Importante giro di vite nella lotta all’evasione e all’elusione fiscale. Il Comune di Frosinone, sulla scorta degli obblighi previsti dalla normativa vigente, ha sottoscritto un protocollo d’intesa con la sede locale dell’Agenzia delle Entrate per rendere più efficace la partecipazione dell’Ente al recupero dell’evasione dei tributi erariali. Una partecipazione attiva alle operazioni di accertamento fiscale che comporterà un accreditamento nella casse comunali del 100% delle somme riscosse a seguito delle segnalazioni trasmesse dal Comune.

«Si tratta di un accordo innovativo – ha detto l’assessore alle Finanze del Comune di Frosinone, Riccardo Mastrangeli – che trova la base in un sistema normativo che, per la prima volta, coinvolge gli enti locali nelle strategie di contrasto all’evasione fiscale. Ovviamente non vi è alcun intento persecutorio, né, tantomeno, il Comune vuole assumere le vesti dello sceriffo di Nottingham, ma, in un momento così delicato per il Paese, e in particolare per il nostro Comune per le conclamate difficoltà finanziarie lasciateci in eredità da chi ci ha preceduto, siamo tutti chiamati a dare un contributo al risanamento, ed è giusto che le tasse le paghino tutti in maniera proporzionale”.

“L’accordo – continua l’assessore Mastrangeli – che si pone come strumento per cercare di porre un freno al fenomeno che maggiormente incide sulle casse dello Stato e agli squilibri socio-economici, oltre che per alleviare le sperequazioni che sussistono tra ampie fasce di contribuenti in tempi di profonda crisi, prevede un’alleanza per scambiare dati e integrare procedure. Il problema della partecipazione dei comuni è inserito nella più ampia discussione sul federalismo fiscale il quale prevede che gli enti locali siano autonomi sia dal punto di vista delle entrate sia delle spese, uno scenario nuovo ed inedito dal momento che i comuni hanno vissuto, fino ad ora, di finanza derivata. Adesso questa filosofia cambia e ciascun ente deve essere in grado di soddisfare le proprie spese. Contrastare l’evasione, dunque, diventa un aspetto fondamentale e l’accordo deve essere visto sotto quest’ottica. Non possiamo continuare a vessare i nostri cittadini e con questo protocollo mettiamo un punto. Le somme recuperate nell’azione di contrasto alle persone fiscalmente non corrette, che fanno pagare agli altri la loro furbizia, saranno destinate ad interventi di utilità pubblica, come il rifacimento delle strade, e ad altre opere di valenza sociale, quindi a favore delle fasce più deboli e della famiglia”.

Ma cosa prevede più nello specifico il protocollo d’intesa?

Settori di intervento Il Comune presterà particolare attenzione ai casi di economia sommersa nel commercio e nelle professioni, potrà verificare gli interventi di ristrutturazione edilizia, segnalare i casi “sospetti” di compravendita di terreni o d’immobili, le residenze fittizie all’estero e le situazioni sintomatiche di fenomeni evasivi, come la disponibilità di servizi e di beni di rilevante valore (case, auto, barche e così via), a fronte di modeste dichiarazioni dei redditi. Quindi, ai settori di competenza già previsti dal provvedimento di dicembre 2007 (commercio e professioni, urbanistica e territorio, proprietà edilizia e patrimonio immobiliare, residenze fiscali all’estero e beni indicanti capacità contributiva), si affianca, infatti, quello della collaborazione volta a individuare i fabbricati che non risultano dichiarati al catasto. Stiamo parlando principalmente del settore delle case fantasma, cioè non dichiarate o abusive, del lavoro nero, ma anche di altri ambiti d’intervento.

I rifiuti Una spia importante relativa all’evasione fiscale è quella della tassa sui rifiuti. Che vuol dire? Dato che si chiede ai Comuni di accendere i fari anche sulle locazioni abusive, puntando, ad esempio, sugli accertamenti definiti per il mancato pagamento della tariffa rifiuti, potrebbero riuscire nell’intento: se sono indirizzate a chi non dichiara il possesso di un immobile, e non esiste un contratto d’affitto registrato, la frode fiscale è sicura. I comuni possono fornire questi dati all’Agenzia delle Entrate, ed essa, con un semplice controllo incrociato, può risalire agli evasori.

Commercio e professionisti I Comuni possono facilmente indagare anche nell’ambito del commercio e dei liberi professionisti. E’ notevolmente più semplice indagare sul posto per quanto riguarda la corrispondenza tra le attività dichiarate e quelle effettivamente svolte, verificare la presenza della partita Iva che è sempre necessaria, e fare molta attenzione alla pubblicità abusiva. In quest’ambito i Comuni potranno indagare anche sulle organizzazioni senza fini di lucro che in realtà svolgono delle attività commerciali, ad esempio i club e le associazioni di varia natura.

Il percorso da seguire L’allegato tecnico che accompagna il provvedimento distingue puntualmente quale tipologia di segnalazione viene recapitata agli uffici dell’Agenzia e quale ai reparti della Guardia di Finanza. In linea assoluta, a questi interlocutori, così come all’Agenzia del Territorio, i Comuni trasmettono, esclusivamente in modalità web, le segnalazioni rilevanti ai fini dell’accertamento dei tributi statali, alla Direzione Provinciale competente dell’Agenzia delle Entrate, tramite il sistema telematico “Siatel – PuntoFisco”, mentre quelle rilevanti per l’accertamento dei contributi previdenziali e assistenziali vengono inviate direttamente all’Inps. Le segnalazioni riguarderanno i fatti e le circostanze che evidenziano comportamenti evasivi o elusivi. Saranno poi i funzionari dell’Agenzia delle Entrate a valutare i casi e a procedere agli eventuali accertamenti. Con l’Istituto previdenziale il Comune potrà eventualmente stipulare un’apposita convenzione tecnica che determinerà il canale di trasmissione delle informazioni.

Come avviene la partecipazione L’attività deve essere svolta nell’ambito dell’ordinario contesto operativo delle proprie attività istituzionali, ricercando ogni sinergia. L’attività può, poi, essere svolta direttamente o tramite soggetti partecipati o comunque incaricati per le attività di gestione dei tributi comunali. Banche dati condivise Tappa obbligata è la condivisione delle banche dati. In merito alle modalità di accesso alle banche dati dell’Amministrazione finanziaria ed eventualmente poi dell’Inps, e riguardo alla trasmissione delle dichiarazioni dei contribuenti residenti nei Comuni, si stabilisce che vengano regolate da specifiche convenzioni di cooperazione informatica. I vantaggi Grazie al nuovo accordo, al Comune di Frosinone sarà riconosciuto, fino al 2014, il 100% delle maggiori somme riscosse, in via provvisoria anche a titolo non definitivo, relative ai tributi statali.

Come funziona concretamente la collaborazione del Comune?

Segnalazioni qualificate Si tratta di segnalazioni che si evidenziano “senza ulteriori elaborazioni logiche” dovranno essere inviate all’Agenzia delle Entrate, alla Guardia di Finanza ed eventualmente poi all’Inps e verranno utilizzate per predisporre gli eventuali controlli. Il decreto 23 marzo 2011 ha stabilito che la quota incentivata attribuita ai Comuni è relativa all’imposta: sul reddito delle persone fisiche; sul reddito delle società; sul valore aggiunto, di registro, ipotecario, catastale ed ai tributi speciali catastali, comprensive di interessi e sanzioni civili applicate su maggiori contributi previdenziali me assistenziali riscossi. Tali somme sono erogate al netto “delle somme spettanti ad altri enti e all’Unione Europea”.

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